martedì 25 maggio 2010

London my Love, I miss you already!! IV

Giovedì, 13 Maggio

Un'altra levataccia.
6.15 del mattino.
Lenti e sbadiglianti ci siamo preparati per la partenza e alle 7.15 siamo saltati sulla metrò di Queensway in direzione Liverpool Street Station, per prendere che treno che ci ha portato all'aeroporto di Stansted.
Tutto è filato liscio, umori a parte.
Ero talmente nervosa e stanca che oggi avrei sgozzato qualcuno.
Una persona in particolare: indovinate un po' chi era?
Davvero, felicissima di tornare a casa e di non trovarmela fra i piedi per un po'!
Verso le 9 siamo arrivati in aeroporto: mi mancava Stansted!
Era da tanto che non ci sostavo, così che ultimamente avevo volato con Easyjet che serve Gatwick...
Mi piace come aeroporto, anche se non è niente di mastodontico: è pratico, a misura d'uomo, con una buona selezione di ristori e negozi che mi piacciono abbastanza.
Abbiamo fatto un giro veloce e poi ci siamo fermati a fare colazione: loro a Pret a Manger per un tè con muffin ed io da Ponti's, per una delle loro Full English Special with extra hash browns che io adoro!
Tazzona di caffè americano d'obbligo ed a servire c'era pure un bel ragazzo che mi ha imburrato personalmente i toast...Quel delicatesse!


Belli rifocillati, ci siamo diretti verso il check-in, dove l'adesivo arancione e nero che segnala un HEAVY LUGGAGE non me l'ha tolto nessuno, come prevedibile....
E va bè, 11 Kg invece di 10...Mi sono controllata!
Ciò non mi ha fermato dal comprare anche una borsa ed un portachiavi da Accessorize però...OPS!
Ci siamo divisi i negozi da visitare per risparmiare tempo e poi perché ero stufa di aspettarli sempre e ovunque: i 15 minuti per scegliere un'aspirina il primo giorno penso che rimarranno alla storia...
Ciononostante, oltre a ritrovarmi ad aspettarli comunque in un tripudio di lentume, siamo arrivati al gate ad un passo dall'imbarco.
Mai successo.
Senza contare quella volta che stavo per perdere l'aereo.
Cavoli, ma lì ero arrivata proprio tardi in aeroporto, stavolta ci sono arrivata verso le 9, il check-in si era fatto online ed al bar siamo state servite subito!!
Senza contare il fatto che mi hanno fatto pesare il bagaglio BEN 2 VOLTE (quanti moccoli!) al gate e così  siamo montati quasi per ultimi, faticando a trovare un buon posto sull'aeromobile: io mi sono messa da sola, gli altri hanno trovato 2 posti uno accanto all'altro fortunatamente!
Il volo è andato bene, armata di MP3 Player ed una bottiglietta di J2O all'arancia e frutto della passione, sono atterrata a Pisa tra un po' senza accorgermene.

Una volta a Pisa ho rischiato un collasso nervoso: la cosa che desideravo di più era ritornarmene a casa mia e tutto remava contro...Sarei scoppiata a piangere ed ero ad un passo dalla crisi isterica.
C'è stato un ritardo sulla navetta e si è perso tempo alla dogana, dove il finanziere ha fatto osservare a mia sorella che il documento del bimbo non andava bene  (le avevo detto di informarsi all'anagrafe prima di partire, ma figuriamoci se ascolta, sono anche passata da stronza solo per averlo detto) e quindi abbiamo perso il primo treno.
Poi abbiamo perso anche il secondo perché la macchinetta automatica di biglietti non prendeva le banconote, allora ho dovuto fare una fila immensa allo sportello della biglietteria normale, che però ho lasciato a più di metà perché mia sorella mi ha telefonato dicendo di fare una corsa perché il controllore ci avrebbe aspettato per fare i biglietti a bordo: sono corsa quindi dall'altra parte dell'aeroporto per vedere che il treno era già partito da qualche minuto. Con la vena in fronte gonfia e pulsante sono ritornata di furia dall'altra parte dell'aeroporto, tronando bestemmie epocali, per rifare la fila.
Finalmente abbiamo preso il treno, io seduta da una parte e gli altri due in un'altra.
Che bello, Pietrasanta si stava avvicinando!!
Anche se il tempo era veramente terribile, ero felice di ritornare presto a casa.

Una volta scesi stava per ricominciare a piovere: io ho tirato dritto anche se gli altri si erano fermati a tirarsi su cappucci, cercare ombrellini, aprirli, tutto con la loro lentezza....
Tanto ora la strada la conoscevano, potevano essere indipendenti: mi ero rotta di aspettarli.
Una volta a casa ho mangiato qualcosa velocemente, ho sfatto la valigia ed ho fatto una doccia calda che non finiva più.
Dopo un salto su internet a salutare gli amici, mi sono sdraiata e mi son fatta un riposino.
Meritato, direi.

Non c'è cosa più bella del mio letto.
L'ho sempre ammesso e momenti del genere ne sono la prova.

Non vi dico che fatica rialzarmici verso le 19.30, quando dovevo per forza cominciare a prepararmi per la serata: nel corridoio verso il bagno ne sentivo già la mancanza!
Aggiustatina ai capelli con la piastra, trucco alla Dita Von Teese, indossato un abito bustier anni 80 nero con le rose sdrammatizzato con jeans ed i soliti stivalacci color rena ed ero subito pronta.
Aspettando gli amici sono stata fuori a fumare al sole, ma con l'aria madida strascico del temporale improvviso appena passato, a guardare la lunga cascata di centinaia di rose bianche rampicanti coperte di gocce che brillavano alla luce.
Finalmente stavo bene.
A mio agio.
E sentivo, anche se pochino, il mio compleanno.
L'avevo percepito solo poche volte ieri...

Una coppia di amici mi sono passati a prendere e siamo andati a cena da Zenzero: bel posticino!
Servizio lento, che ci è passato chiacchierando, ridendo, e bevendo Merlot.
L'attesa è degnamente ripagata coi manicaretti dell'amico Simone, di una fantasia brillante nelle ricette, nella scelta di ingredienti e negli accostamenti originali.
Come entrée ci sono stati serviti dei fioretti fritti in pastella con arancia e rosmarino ed un prosecco.
Abbiamo proseguito la cena con antipasto di involtini di aluzzi su crema di asparagi e pomodori verdi fritti e fiori essiccati come guarnizione, una cinta senese con polenta integrale e liquirizia, sorbettino limone e zenzero per pulirsi le papille gustative, ma per andarsele poi ancora ad incantare con un dolcino al cioccolato con fragole all'aceto balsamico e pepe nero. Anche il caffè ci è stato servito con degli assaggini di torta bassa al cioccolato, che era una delizia.
Dopo uno scarto di regali, stavamo per andarcene subito perché ero in ritardo al ritrovo degli amici in piazza, quando me li vedo arrivare tutti in branco lì al ristorante, brandendo un cadeau per me!
Che sorpresa mi hanno fatto! E che bel regalo.
Quindi Simone ha tirato fuori le bollicine ed abbiamo brindato tutti assieme.
Qualche chiacchiera, da parte mia un po' filosofeggiante e fisicamente barcollante per il troppo alcol, e poi a casa.
Sinceramente mi sarei aspettata qualcosa di meglio per il dopo cena: tipo la mia amata piazza, dove smaltire la ciucca con le battutte e le chiacchiere degli amici sbracata su una poltroncina del Michelangelo, ridendo di gusto come ormai non faccio da tempo.
Ma, ahimè, m'è toccata smaltirla a letto...
Rompendo anche l'abito bustier nuovo, in quano troppo briachella per capire che andava sfilato dalla testa e non dai fianchi come ho fatto, dove mi è rimasto incastrato ed a furia di spingerlo in giù mi si è rotta la zip.

Alas.

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